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Pay tv abusiva, la Finanza sulle tracce di tutti gli utenti italiani. Multe da 2,5 a 25 mila euro. VIDEO

19 Settembre, 2019 | scritto da Alessandro Liso

Rischiano davvero grosso tutti quegli utenti che hanno usufruito o guardato partite, film, documentari ecc… su piattaforme che si occupano della diffusione illegale via internet di prodotti di emittenti televisive a pagamento.

La maxi operazione della Guardia di Finanza, che ha visto il dispiego di oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e dei reparti territoriali, ha sgominato la più importante organizzazione clandestina internazionale ideatrice della più clamorosa delle frodi televisive.
Si tratta di un vero colpo al cuore del core business della pirateria televisiva online.

L’operazione, denominata “Eclissi”, sta smantellando ed oscurando il fenomeno delle tv pirata online, le cosiddette IPTV, sistema che, convertendo il segnale analogico della pay tv, lo trasforma illegalmente in segnale web-digitale.
5 milioni di utenti italiani coinvolti per un giro d’affari di circa 60 milioni di euro annui.

E’ stata sequestrata ed oscurata, intanto, la nota piattaforma informatica “Xtream Codes”: ideata da 2 cittadini greci, consentiva agevolmente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi protetti da copyright.
L’indagine, svolta in collaborazione con Eurojust, è a carico di 25 soggetti, tra cui i due greci, ideatori della piattaforma. La base dell’organizzazione in Italia era Napoli, con collegamenti a Roma, Taranto, Avellino, Caserta, Cosenza, Messina, Vicenza, Bari, e Palermo.

Si parla di otto ordini europei di indagine nei riguardi di una associazione a delinquere a carattere transnazionale emessi dalla procura di Napoli in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie giudiziarie con numerose perquisizioni in corso in Italia e all’estero per smantellare le centrali del network ed aggredirne i rilevanti proventi illeciti.
Al momento dello “spegnimento” vi erano 700mila utenti collegati, e un potenziale di 5 milioni di utenti totali che, con un abbonamento da 12 euro al mese, riuscivano a guardare i programmi trasmessi dalla principali pay tv e dalla piattaforme a pagamento.

Nei confronti dei responsabili dell’organizzazione si procede per Associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IPTV con la circostanza aggravata del reato trasnazionale.
“Individueremo anche gli utenti italiani e verranno perseguiti”, ha spiegato il colonnello Giovanni Reccia, comandante del Nucleo Speciale Tutela della Privacy e Frode Tecnologica.
Infatti gli stessi utenti rischiano da sei mesi a 3 anni di reclusione e la multa da 2.500 euro fino a 25.822 euro.

 

 

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