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Trani – Le riflessioni del prof. Vavalà: “Ripensare tutto dopo la bufera del coronavirus”

17 Marzo, 2020 | scritto da Redazione
Trani – Le riflessioni del prof. Vavalà: “Ripensare tutto dopo la bufera del coronavirus”
Attualità
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La mia generazione (anni settanta-ottanta) e tutte le successive , stanno vivendo un’esperienza storica durissima e paragonabile alle guerre mondiali. Per i giovani consapevoli di oggi è un dramma durissimo che provoca paure e spaesamenti. Il coronavirus da un lato dimostra tutta la verità della poetica e della prosa leopardiana, ovvero la natura se ne fotte dei destini dell’umano, dall’altro lato ha fatto emergere tutta la fragilità delle civiltà moderne.
L’intera protervia umana di riproporre con l’onnipotenza della tecnica un nuovo raffinato e indiscreto antropocentrismo, crolla difronte ad un invisibile virus.
Adesso potrebbe scattare il sarcasmo di tanti giganti contro le magnifiche sorti progressive e contro il provvidenzialismo del progresso.
Le civilizzazioni degli ultimi tre secoli ma con un’accelerazione tremenda negli ultimi 50 anni, hanno tirato troppo la corda attraverso una spaventosa “audacia indiscreta”.
Disastri ambientali ormai innegabili, torsione industriale dell’intero pianeta, produzione folle di armi nucleari, avvelenamento continuo della natura, e tutto dominato dallo sprone del profitto economico, mettono in serio pericolo la sopravvivenza del genere umano.
Dopo questa bufera, o rinsaviamo o moriamo tutti.
Possiamo certamente rinsavire a patto di:
1. mettere in discussione il modo di produzione capitalistico;
2. costruire una “social catena” per salvare l’ambiente naturale che permette la vita umana e animale e vegetale;
3. ridimensionare in modo drastico il dominio del profitto e la distruzione delle ricchezze ad opera delle follie delle borse e dei mercati mondiali;
4. distruggere le industrie belliche nucleari e destinare le risorse a nuove cooperazioni in grado di assicurare vita dignitosa ad un pianeta in grado di fermarsi ad una popolazione di sei-sette miliardi, impedendo catastrofiche progressioni demografiche esponenziali;
5. rivedere i paradigmi dell’onnipotenza tecnica e riprendere una ricerca scientifica strettamente correlata ad un nuovo umanesimo.
Abbiamo le potenzialità per costruire nuove umane civilizzazioni, ma cambiando radicalmente tante cose. La posta in gioco è massima: la possibilità che ci siano nuove generazioni.
Infine occorre sconfiggere tutti i profeti di sventura, come raccomandava papa Giovanni XXIII, aprendo i lavori del Concilio Vaticano II.
E’ necessaria la cooperazione di scienziati, religiosi, letterati, filosofi, artisti, lavoratori di ogni tipo, etnie di tutte le provenienze e insomma di tutti gli umani consapevoli del drammatico momento storico.
I virus esisteranno sempre, i batteri anche, la tendenza all’entropia è un dato di fatto, eppure possiamo attivare controtendenze e senza provvidenzialismi, continuare a vivere, magari in civiltà piu’ dignitose e rispettose di tutte le differenze.

Luigi Vavalà

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