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Contagiati sommersi: studi certificati convergono su circa 6 milioni di contagiati in Italia

9 Aprile, 2020 | scritto da Antonio Leonetti
Contagiati sommersi: studi certificati convergono su circa 6 milioni di contagiati in Italia
Attualità
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di Antonio Leonetti

Si apprende dalle maggiori agenzie nazionali che sono stati portati a termine alcuni studi sulla diffusione del virus in Italia. Ciò che li accomuna è la cifra dei contagiati potenziali attualmente nel bel paese: si parla di circa 5 o 6 milioni, cifra molto simile a quanto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli aveva già indicato qualche settimana fa – il rapporto di un malato certificato ogni dieci non censiti è credibile.

Ciò significa che se dovessimo fare un calcolo riguardo le nostre città in un capoluogo composto da quasi 400 mila abitanti, possono stimarsi circa 40 mila contagiati nell’intera provincia.

Quali sono gli studi sui quali si basano questi annunci?

Il primo studio che supportava le parole di Borrelli è un rapporto accademico cinese pubblicato i primi di marzo che indicava nell’epicentro del focolaio, quindi Whuan e l’Hubei, potenzialmente il 10% della popolazione contagiata sommersa.

Un altro studio italiano seguito dal professor Carlo La Vecchia per un’indagine Doxa sul covid19 ipotizza che circa 6 milioni di italiani siano contagiati sommersi, con una concentrazione però di circa un milione nella sola Lombardia dove l’incidenza del covid19 è più alta.

Un ulteriore studio, ancora una volta italiano, coordinato dal professor Giuseppe De Natale, (An abnormally severe desease) conferma il valore del 10%.

Qualora dovessimo raggiungere l’immunità di gregge che scientificamente dovrebbe coprire circa il 60 – 70 % della popolazione, questi numeri sarebbero tropo bassi per garantirci una giusta quiete, ma allo stesso tempo abbastanza alti per mettere a rischio i sani.

Lo studio “an abnormallly severe desease” al quale hanno partecipato 12 studiosi di diversi enti (Cnr, Ingv, Università Federico II di Napoli e Università di Zurigo) afferma che i casi italiani sono altamente sottostimati e che quindi l’alto tasso di mortalità registrato in Italia si riduce con l’individuazione di un campione di contagiati maggiore.

Anche gli epidemiologici dell’Imperial college di Londra hanno attribuito all’Italia una percentuale simile ai già menzionati studi.

L’Italia è stato il primo paese occidentale a combattere contro il covid19, il primo paese che ha dovuto prendere decisioni forti come il lockdown di un’intera nazione, primo paese che dichiara numeri reali senza una ponderazione come verificatosi in altri Stati.

Se il dato avallato dai diversi studi scientifici trovasse conferma anche in altre nazioni, potremmo desumere che anche in Cina, nella sola zona di Wuhan, ci potrebbero essere circa 7 milioni di contagiati sommersi, mentre in Europa le cifre potrebbero molto più alte.

Rimanendo nel nostro territorio si calcolerebbero approssimativamente 40 mila contagiati sommersi dei quali alte percentuali potrebbero sviluppare la malattia in forma acuta andando ad acuire le difficoltà del nostro sistema sanitario regionale.

Da qui l’invito a rimanere a casa e ad usufruire delle varie forme di commercio a distanza o di consegna a domicilio che tutti gli esercenti stanno mettendo in azione.

#noirimaniamoacasa

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