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La Regione chiude la RSSA di Minervino: “Anziani interessati da disidratazione mucocutanea e malnutrizione”

1 Giugno, 2020 | scritto da Redazione
La Regione chiude la RSSA di Minervino: “Anziani interessati da disidratazione mucocutanea e malnutrizione”
Cronaca
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La Regione Puglia ha pubblicato la determina n. 130 dell’01/06/2020 del Dipartimento della Promozione della Salute che avvia il procedimento di revoca dell’autorizzazione al funzionamento e di chiusura della RSSA per anziani Opere Pie Riunite “Bilanzuoli-Corsi Falconi-Ciani” di Minervino Murge.

La struttura è stata coinvolta in un importante contagio in cui si sono contati 54 casi e di cui 8 persone hanno perso la vita a seguito del Covid-19, mentre tutti gli altri ad oggi risultano guariti dal virus.

La determina si sofferma nel dettaglio nell’analizzare i fatti accaduti nella struttura e rileva la condizione critica in cui erano tenuti i pazienti giunti presso gli ospedali dalla Rssa in cui risulta che “n. 19 pazienti giunti al P.O. di Bisceglie non sono accompagnati da cartella clinica, sono interessati da disidratazione mucocutanea e malnutrizione e n. 1 con ulcere da pressione calcaneali”.

Il Direttore delle Asl BT rileva, come scritto in determina che “i fatti avvenuti nella struttura fossero idonei a costituire un causa viziante e caducante del rapporto fiduciario posto a base del contratto di convenzionamento” e aggiunge la Regione “a parere di questa Sezione anche del requisito di accreditabilità oltre che di autorizzazione al funzionamento, per apparente mala gestio assistenziale correlata all’emergenza stessa, a causa della quale alcuna misura preventiva di sicurezza e di potenziamento organizzativo della stessa è stato posto in essere”.

Ulteriore aggravio è derivante dalla mancata consegna delle cartelle cliniche degli ospiti della RSSA “che non ha consentito l’immediata identificazione del quadro clinico dei pazienti prima della presa in carico da parte della ASL, e che si è potuto accertare soltanto all’atto del ricovero nelle strutture ASL. E’ nella fase del ricovero in ospedale che i sanitari hanno potuto accertare le condizioni di vera e propria negletta assistenza, con il rischio imminente di aggravamento delle condizioni di salute, del quale neanche il coordinatore sanitario (della RSSA) aveva consapevolezza”.

Ancora si descrive in determina: “La condizione clinica degli utenti non autosufficienti, con presenza di piaghe da decupito, denutrizione, assenza di igiene fisica, stato catatonico, l’assenza delle cartelle cliniche ed anche la carenza di figure professionali che ha determinato per un verso la perdita del requisito organizzativo e, come conseguenza, ha contribuito all’aggravamento delle loro condizioni già critiche in epoca antecedente al Covid-19, denotano che la struttura non ha dimostrato di essere in grado di gestire efficacemente la particolare e fragile utenza quale è quella dei soggetti anziani non autosufficienti.

Parimenti la struttura ha dimostrato di non essere in grado di porre rimedio all’emergenza sanitaria di fronte alla quale si è trovata. Resta da chiarire se in riferimento allo sviluppo del focolaio Covid -19 ci siano eventuali responsabilità civile e penale imputabili all’Ente Opere Pie per mancato rispetto delle disposizioni nazionali e regionali emanate in tema di prevenzione e gestione dell’emergenza Covid-19 nelle strutture residenziali e/o imputabili al personale operante in struttura”.

L’ente gestore della RSSA nei prossimi 10 giorni potrà presentare proprie controdeduzioni.

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