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Caso di legionella senza spiegazioni dopo alcuni ricoveri in ospedale: la storia di Fabrizio

Un uomo di 60 anni contrae la legionella nel 2019 senza apparenti spiegazioni. Unica certezza i vari ricoveri ospedalieri

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Giovanna, la moglie di un signore che ha vissuto una vicenda dolorosa, lo chiameremo Fabrizio, con un nome di fantasia, ci racconta come cominciava il cammino ospedaliero di suo marito nel 2008 all’ospedale Miulli di Acquaviva per un intervento al pavimento orale finalizzato all’asportazione di carcinoma squamocellulare.

Sino al 21 ottobre 2019, ricovero d’urgenza a Barletta per versamento di liquido ascitico. L’8 novembre 2019 si intravedeva un piccolo miglioramento e come da protocollo, lo dimettono. Diagnosi: gastrite erosiva, ittero in cirrotico scompensato, BPCO, asportazione colon retto. In conclusione, veniva dimesso un sessantenne alto 1,75 che pesava a malapena 45 chili. Ma i dottori, con meraviglia della famiglia, decretavano il suo stato di salute migliorato, nonostante non riuscisse a mangiare e a reggersi in piedi.

Tornava a casa. Il 19 novembre 2019 dopo 11 giorni dalle dimissioni, Fabrizio, accompagnato dai suoi cari, correva nuovamente al pronto soccorso di Barletta: febbre a 39,8. Ricoverato ancora d’urgenza, dopo varie peripezie dei dottori per trovare un letto, a notte fonda, riceveva il suo collocamento. In realtà non si capiva cos’altro avesse il povero Fabrizio. Finalmente il 21 novembre venne richiesta una consulenza infettivologica. Naturalmente, nonostante il coniuge si rapportasse tutti i giorni con i medici, la situazione procedeva a tentoni. Dopo un paio di giorni arrivava una telefonata alla moglie dalla ASL, un medico la informava che sarebbero andati a casa loro per un prelievo delle acque perché arrivata una segnalazione: Fabrizio aveva la legionella.

Le domande che ponevano a Giovanna prima dell’ispezione domiciliare erano: “Dove fosse stato suo marito?” E poi varie opzioni: “Dentista, la sauna, le terme, in piscina e ovunque ci fossero vapori e acqua bollente…in quei posti vi è più possibilità di contrarre la legionella”. Ma Fabrizio faceva fatica persino a camminare in certi giorni e passava gran parte della giornata a casa sua sul divano o letto.

Recatasi in ospedale dopo la telefonata Giovanna trovava Fabrizio che necessitava di ossigeno per respirare, gli avevano fatto un prelievo arterioso, dolorosissimo. I medici tergiversano, alla fine confermavano la diagnosi di legionella e cominciavano a tempestare Giovanna con altre domande per capire dove si fosse infettato. Dove? La risposta per la famiglia era scontata. Fabrizio negli ultimi tempi non era stato che in ospedale a Barletta e a casa sua. A proposito, le acque di casa avevano dato riscontro negativo.

Fabrizio era un lavoratore autonomo, percepisce attualmente una pensione d’invalidità civile del 100% pari a circa 300 euro mensili, dovuta ad un tumore mai guarito.
Sua moglie Giovanna è l’unica fonte di reddito familiare.

Tutta la famiglia continua a chiedersi dove e come Fabrizio possa essersi contagiato di legionella.

A cura di Damiano Landriccia.

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