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Barletta è anche la città del ricamo, un’arte sempre più rara che non può essere persa

La riflessione di Rosaria Cavaliere, presidente dell’associazione barlettana "Impariamo a creare", sulle origini storiche dell'arte del ricamo nel nostro territorio e sul rischio che vada persa

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“Barletta splendida città di mare ricca di arte, cultura, tradizione e storia che si sviluppa tra due direzioni: quella dell’entroterra con vigneti e olivi secolari e quella del mare con gran movimento di sbarchi di popoli che lungo il corso dei secoli l’hanno conquistata e dominata”.

Ecco la riflessione di Rosaria Cavaliere, presidente dell’associazione barlettana “Impariamo a creare”, sulle origini storiche dell’arte del ricamo nel nostro territorio e sul rischio che vada persa.

“Ed è proprio dall’arrivo di tanti popoli e in particolare dei veneziani che nella nostra città, nel 500 nasce l’arte dolce, armoniosa e meravigliosa del ricamo delle trine e dei merletti; espressione della storia del costume di un paese, del sentimento e della sensibilità delle donne dell’epoca ma anche passatempo preferito di nobildonne del 500.

Il ricamo, il merletto e le trine esercitarono un fascino particolare sulle donne dell’epoca, per le trasparenze, per l’armonia tra il pieno e il vuoto, per l’essere simbolo di eleganza e grazia. Quasi un tessuto trasparente lavorato con ago, filo, stoffa, carta cerata, ma anche con ritmo precisione e passione.

Nella nostra terra il Ricamo ha una grande importanza, basta pensare ai tanti corredi ricamati dalle nostre amate monache di clausura, Benedettine Celestine per le donne delle famiglie benestanti della nostra città, ai ricami dei ricchi paliotti d’altare, ai paramenti del clero, ma anche all’uso per ornare l’abbigliamento maschile femminile dell’epoca soprattutto a sottolineare scolli risvolti e maniche.

Il tutto realizzato con l’intreccio di fili d’oro d’argento di seta e cotone e anche di lino. Il pizzo Rinascimento è una deviazione rinascimentale del merletto veneziano trae il nome dal periodo storico in cui ebbe massima diffusione. È bellissimo, ma di difficile e lunga esecuzione importante e di effetto, ha bisogno della trina che va acquistata già tessuta  nei colori bianco ed ecru’ di diverse forme e dimensioni, della carta cerata sulla quale va riportato il disegno del merletto che vogliamo eseguire e nella quale verrà imbastita la trina, ed infine del filato.

La trina viene cucita sulla carta cerata seguendo lo schema su di essa riportato, una volta fissata bene, si eseguono barrette ed un sopraggitto che fissa e da’ la forma alla trina. I punti di riempimento sono tanti e tutti di grande effetto per dare importanza e bellezza al lavoro. 

L’arte del ricamo è uno dei mestieri che appartengono alla nostra memoria e che hanno fatto la storia del nostro territorio. Oggi questa storia rivive grazie ad un artigianato di eccellenza sempre più raro, fatto solo di donne di buona volontà che amano fare questo lavoro delicato e prezioso, apprezzato da sempre” – conclude Rosaria Cavaliere.

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