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Trani – “Mal’Aria di Città”, Legambiente: “Anche quest’anno non pervenuti i dati relativi a Trani”

L'associazione ambientalista tranese: "E’ sempre più urgente sbloccare situazioni ferme come la redazione, la definitiva approvazione e l'entrata in vigore del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)"

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Sono stati pubblicati lunedì scorso i dati del report di Legambiente “Mal’Aria di Città: cambio di passo Cercasi”, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign.

Il report ha messo in evidenza i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2). In sintesi, sono ben 29 città delle 95 monitorate che hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni l’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), principalmente nel nord del Paese, in alcune città addirittura doppiando il numero di sforamenti consentiti.

Nella provincia BAT, la città di Andria ha sforato per 47 giorni il limite consentito dalla legge. Sul dato annuale, però, resta nei limiti con un’emissione di 34 μg/mc.

Al fine di tutelare la salute delle persone e consentire il risanamento ambientale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato, con la nuova Direttiva europea per la Qualità dell’Aria, limiti più stringenti sulle concentrazioni di polveri sottili PM10 da non superare, che entreranno in vigore a gennaio 2030 e che rendono il solo rispetto degli attuali valori normativi una condizione necessaria ma non più sufficiente per tutelare la salute delle persone.

A tal proposito, al fine di rispettare i limiti imposti dall’OMS, per Andria nel 2030 sarebbe necessaria una riduzione del 41% di produzione di PM10, mentre per Barletta del 29%, il che implica che è necessario agire subito.

“Anche quest’anno risultano non pervenuti i dati relativi alla città di Trani in quanto ancora sprovvista di colonnine di monitoraggio per la qualità dell’aria” – affermano dall’associazione ambientalista tranese.

Legambiente propone una serie di interventi “a misura di città” attraverso l’istituzione di ZTL (zone a traffico limitato) e ZEZ (zone a zero emissioni), potenziamento del Trasporto Pubblico Locale, la sharing mobility e l’incentivo alla circolazione elettrica.

Legambiente Trani guarda con soddisfazione la pedonalizzazione di Via Nigrò, nel centro storico della città, così come sostiene la petizione di chiusura permanente al traffico dell’area portuale proposta da associazioni e firmata da centinaia di cittadini, ma questo non può essere che un mero punto di partenza.

E’ sempre più urgente sbloccare situazioni ferme come la redazione, la definitiva approvazione e l’entrata in vigore del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), ponendo un focus sulla relativa organizzazione dei momenti di partecipazione, il cui incarico è stato assegnato ormai nel lontano gennaio 2019.

Ciò consentirebbe di disporre di una reale e organica pianificazione della mobilità, rendendo più efficiente il trasporto pubblico, connettendo le infrastrutture di mobilità pedonale e ciclabile, al momento frammentate e spesso abbandonate, prevedendo parcheggi di interscambio, mobilità condivisa e colonnine per la ricarica di mezzi elettrici, nonché identificando percorsi casa-scuola e casa-lavoro sicuri e sostenibili.

Del resto non dobbiamo fare altro che guardarci intorno, grazie anche ai fondi messi a disposizione dal PNRR. Potremmo seguire l’esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano, che con “città 30” hanno fissato il limite di velocità massimo a 30 Km/h, per consentire la massima riduzione degli incidenti su strada. Ma potremmo anche creare una rete di spazi adatti alla mobilità lenta e alle relazioni di prossimità, in una città costruita intorno ai bisogni dei suoi cittadini.

O ancora potremmo prendere spunto da Bari, che da anni ha investito sulla creazione e sul potenziamento dei park & ride e del trasporto pubblico locale, nonché sulla mobilità elettrica come confermato dal recentissimo annuncio degli abbonamenti annuali al TPL a un costo simbolico di 20 euro l’anno per cittadini, studenti e lavoratori e l’attivazione di un imponente servizio di bike sharing con la fornitura di biciclette elettriche e muscolari a prezzi adatti a tutti.

La città di Trani necessita dell’avvio e della promozione di processi di co-progettazione, ormai ampiamente consolidati a livello europeo, che mettano insieme amministrazione, associazioni, tecnici e cittadini e che consentano di sbloccare in tempi rapidi e con soluzioni condivise una città con infinite potenzialità ma, sotto molti aspetti, bloccata da troppo tempo” – conclude Legambiente Trani.

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