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domenica, 5 Maggio 2024
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Andria – “Ad Aprile trattati come untori, oggi mio marito ha donato il plasma per salvare una vita”: la storia di Maria

Nonostante le difficoltà, i problemi, gli insulti, l'allontanamento subìto, non hanno perso mai la voglia di lottare, di guardare avanti e di battersi per quello in cui hanno sempre creduto: la solidarietà

Parole struggenti e commoventi.
E’ difficile non emozionarsi leggendo il breve racconto di Maria, affidato ad un post pubblicato su Facebook, intriso di sofferenza, rabbia, ma dal quale si evince soprattutto un senso di riscatto.
Maria e la sua famiglia hanno conosciuto di persona il nemico invisibile, quando poco si sapeva di lui, quando ancora “lo sfortunato” che ne risultava contagiato veniva additato come untore o appestato.

Era il 4 aprile quando il nostro incubo ebbe inizio, abbiamo conosciuto il Covid come il più spietato dei nemici, ci ha messi k.o. tutti… il più grave lui mio marito… ” – comincia così la testimonianza della signora andriese.

“Mentre lui era in ospedale e lottava per vivere, le nostre foto giravano sui social come degli untori che andavano in giro ad infettare, cosa mai fatta, siamo stati trattati come degli appestati, per mesi anche dopo aver superato la malattia…
Abbiamo sofferto la sofferenza psicologica della solitudine, combattendo oltre un mostro anche la cattiveria ed ignoranza… “.

Un periodo da dimenticare per Maria e la sua famiglia che però pian piano migliora, fino a raggiungere un riscatto inaspettato:
“Oggi i ruoli si sono invertiti, Andria è piena di untori, quelli veri, quelli che stanno male e tacciono, quelli che hanno positivi tra i contatti e non si dichiarano, quelli positivi che pensano di essere furbi ed escono a fare la spesa…
Oggi mio marito per la seconda volta ha donato il plasma, questo è il nostro riscatto… oggi quell’appestato può salvare una vita nonostante tutto… “.

Nonostante le difficoltà, i problemi, gli insulti, l’allontanamento subìto, non hanno perso mai la voglia di lottare, di guardare avanti e di battersi per quello in cui hanno sempre creduto: la solidarietà.
Sostegno che avrebbero voluto ricevere nel loro momento buio, ma che hanno comunque insegnato a chi non ha mai conosciuto il suo vero significato.

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