C’erano anche i rappresentanti della ristorazione, feste e fiere, wedling, fast food ambulanti, palestre, botteghe artigiane, discoteche, scuole di ballo e artisti della provincia BAT alla protesta del Coordinamento associazioni e gruppi spontanei di partite Iva della Puglia svoltasi questa mattina in piazza Libertà a Bari.
Sotto la prefettura hanno manifestato il loro dissenso in quanto, dicono, costretti “a pagare le tasse anche se non abbiamo lavorato un giorno”.
In un documento programmatico le richieste:
proclamazione dello stato di emergenza economica, apertura immediata e sostenibile di tutte le attività in sicurezza per lavoratori ed avventori, credito di imposta per i fitti pagati nel corso dell’intero 2020,
piano di esenzione fiscale e risarcimenti integrativi per le perdite subite nel 2020, erogazione delle casse integrazioni in sospeso, eliminazione della distinzione per codice Ateco prevalente, inclusione delle attività rimaste escluse dai ristori per mancanza di fatturato storico.
Tanti i cartelli di protesta in evidenza, tanto il malcontento e la disperazione.
Infatti, se entro 5 giorni non riceveranno risposte concrete, domenica 14 febbraio apriranno tutte le attività. Non chiedono ristori, ma la riapertura in sicurezza.
A prendere la parola imprenditori e associazioni di categoria