“Abbiamo perso tanto, ormai da un anno. Sì, perché noi studenti siamo stati i primi a doverci adeguare, a lasciare i nostri compagni, i nostri docenti, a dimenticare quella che era la nostra quotidianità”.
Comincia così la lettera di una studentessa del Liceo Classico “Carlo Troya” di Andria, in cui evidenzia la situazione scolastica che stanno affrontando gli studenti in questo periodo emergenziale.
“Da un giorno all’altro abbiamo perso il rapporto con i docenti,
abbiamo perso le chiacchierate con i nostri compagni, la bellezza di dialogare, di crescere confrontandosi,
abbiamo perso i momenti di svago in cortile,
abbiamo perso la bellezza del NOI, dello stare insieme,
abbiamo perso la fiducia e l’interesse,
abbiamo trascorso serate intere al PC, tra un lavoro di gruppo e un compito da consegnare,
abbiamo trascorso ore in attesa di nuove ordinanze, nella speranza di qualche miglioramento.
Abbiamo perso tanto, sì, ma non diteci che abbiamo perso tempo. Perché da marzo, nonostante le sirene delle ambulanze che rimbombavano nelle nostre stanzette, non abbiamo mai mollato.
E allora spieghiamoglielo noi, a chi non lo sa, che abbiamo bisogno di recuperare tanto, ma non di certo il tempo che abbiamo speso da marzo fino ad oggi, ogni benedetto giorno, perché non potevamo farci sconfiggere da un virus, perché consapevoli che senza cultura ci mancano le parole e senza le parole non staremmo qui a ribellarci.
Sono le relazioni che dobbiamo recuperare.
Solo così potremo salvarci, solo così finalmente approderemo a riva.
E i docenti, no, non hanno perso tempo perché fin dal primo momento sono scesi in campo cercando mille modi per restare, nonostante tutto quello che fuori stava accadendo, lavorando anche in orari extra scolastici per garantire la migliore organizzazione, ritrovandosi, in alcuni casi, a tenere la lezione ad un gruppetto in presenza e uno a distanza, problemi di connessione (sovraccarica) inclusi.
Questa è la verità, e solo chi vive in prima persona può comprendere veramente ciò che è e ciò che è stato. Abbiamo perso tutto. Ma non diteci che abbiamo perso tempo!”.