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giovedì, 25 Aprile 2024
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Italian Mattarello – Dalla BAT all’Albania: la storia di Stella e Marco

Lui canosino, lei andriese: hanno esportato in Albania una pizzeria tutta pugliese: Italian Mattarello

Avete presente l’albanese che sogna l’Italia e rischia la pelle sul barcone pur di raggiungere la terra delle mille opportunità vista splendere di luci e paillettes sulle nostre tv?

Ebbene ribaltate lo stereotipo anni Novanta: oggi è l’Albania il Paese delle opportunità. Non solo per le decine di migliaia di abitanti rientrati in patria dopo aver studiato nelle nostre scuole e università o appreso, da noi, mestieri e stili di vita. Ora lo è anche per noi. Per gli italiani.

Esempio lampante sono Marco e Stella, lui originario canosino e lei andriese d.o.c, entrambi uniti dal duro lavoro nato ad aprile del 2017 quando, dopo aver girovagato Grecia e Spagna, pensano: e l’Albania perché no? E perché non Saranda?.

Saranda – in italiano Santi Quaranta e dal 1940 al 1944 Porto Edda in onore di Edda Ciano Mussolini,  è la città più al sud dell’Albania, situata di fronte all’isola di Corfù. E’ una delle zone turistiche più visitate in Albania grazie alle sue meravigliose spiagge.

In questo paradiso, distante pochi km da casa, Marco, terza generazione di pizzaioli storici a Canosa di Puglia dal 1958 e Stella, nata tra gli uliveti e la natura contadina della Masseria di San Tommaso (Andria), aprono le porte di Italian Mattarello StrEat Food, pizzeria tradizionale pugliese e da quest’anno anche caffetteria e lounge bar.

Panzerotti, focacce, pizze e il tradizionale calzone canosino sono soltanto alcune delle prelibatezze che Italian Mattarello offre, grazie alla qualità dei prodotti di prima scelta rigorosamente pugliesi (oltre all’olio EVO prodotto nella Masseria San Tommaso, primeggiano i taralli del Panificio Mamma Maria di Andria e gli olii aromatizzati dell’azienda agricola Guglielmi).

“L’Albania è casa, è come se vivessimo in Puglia , ci distanziano pochi km. – dichiara Marco, visibilmente emozionato – L’accoglienza che questo Paese ci ha mostrato è stata positiva sin dal primo giorno, una società aperta dove convivono culture e idee diverse. Ricordo il primissimo giorno di apertura, 5 anni fa, era un venerdì ma non sapevamo fosse il mese del Ramazan ( Ramadan albanese) e quindi, ulteriori regole da rispettare. All’inizio erano un pò scettici e anche diffidenti … ora c’è gente che viene da tutto il Paese, esclusivamente per noi. Oltre che un grandissimo flusso di turisti da tutto il mondo: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Sud America e Cina.

Siamo figli delle terre di Puglia – prosegue Marco ma grazie alla nostra attività siamo diventati figli del mondo intero e sapere che un panzerotto pugliese riempie oltre che la pancia anche il cuore e l’anima dei nostri clienti, è la soddisfazione più grande.”  

 “All’inizio una realtà ignota – interviene Stella – poi pian piano abbiamo iniziato a conoscere la città, la gente … gli imprenditori italiani e non, i pastori dei villaggi limitrofi e le tante famiglie che ci hanno aiutato , soprattutto, con questioni burocratiche. Un Paese che ha voglia di fare e che, con i suoi tempi e i suoi modi, sa accoglierti e aiutarti.”

  • Qual’è stato il primo approccio alla cucina tradizionale pugliese dai vostri clienti?- gli chiedo.

Tra un sogghigno e l’altro Marco esclama: “Qui è cambiato il concetto della tipica pizzeria pugliese! Nella pizzeria di famiglia a Canosa, come un pò ovunque in Puglia, la politica è quella del ‘mordi e fuggi’, tipico street food: resti in piedi con un trancio di pizza in una mano e una birra nell’altra e poi vai via. In Albania il tempo è dilatato, come fosse infinito. Qui loro gustano davvero la pizza, si accomodano, cercano di godere a pieno il tempo libero che hanno, vogliono trascorrere una bella serata non frenetica.

Persino un caffè può durare ore e ore, accompagnato da un rituale immancabile: un bicchierino di raki, la tipica grappa albanese e un gezuar (un brindisi) perché anche quando il Paese non era così sviluppato e si viveva in condizioni di miseria e povertà, la raki ricongiungeva tutti. E per poco, ci si dimenticava di tutto e si stava bene.”

Italian Mattarello è a conduzione familiare, lo staff è sempre lo stesso da cinque anni ormai: giovani ragazzi albanesi, tutti trilingue (oltre la loro lingua d’origine, sanno anche l’italiano e l’inglese) e grazie ai quali è stato inevitabile ottenere un reciproco scambio di culture e modi di lavorare italiani e albanesi. Ad esempio in Albania c’è l’usanza di portare al tavolo tutte le portate insieme, contrariamente a quanto avviene in Italia.

  • Quest’anno l’inaugurazione della stagione estiva, avvenuta il 25 aprile, è stata un omaggio ad Andria e alla vostra Puglia. Com’è andata?

Stella prende subito la parola: “Si, quest’anno, di comune accordo, Italian Mattarello ha ulteriormente comunicato l’amore e il legame indissolubile con la Terra d’origine. Il menù è totalmente dedicato ad Andria e al nostro patrimonio dell’UNESCO il Castel del Monte, protagonista nella copertina anteriore; per poi proseguire con un piccolo riassunto della nostra storia tra immagini di uliveti e prodotti tipici locali.”

“L’inaugurazione ha superato altamente le nostre aspettative. Diversi anni fa, più di 100-150 americani sono approdati a Saranda, chi per lavoro e chi per godere la pensione, diventando pian piano clienti abituali della nostra pizzeria. Il giorno della riapertura, sono ovviamente venuti tutti a farci visita, essendo grandi amanti della cucina pugliese, tra loro una rock band che ha deciso di omaggiarci della loro musica live. Insomma, un bel panzerotto (per gli americani è come l’ice-cream perché si mangia senza l’uso delle posate), una birra ghiacciata e musica rock vinyl americana. La serata perfetta. E’ questo il senso di Italian Mattarello: una gioia condivisa è una gioia raddoppiata ed il potere della condivisione è straordinario.”– conclude Marco.

  • Terminando con un occhio al futuro, quali sono i vostri piani?

“Vorremmo esportare i nostri prodotti pugliesi in più posti possibili, diffondere la realtà di Italian Mattarello anche in città di montagna che vivono il flusso turistico in inverno come Korca o Valbona. Sarebbe una bella sfida per me e Marco.” sorride Stella.

Il nostro augurio è che la storia di Marco e Stella, due ragazzi che con coraggio e determinazione hanno reso Italian Mattarello una finestra d’attrazione tutta Made in Puglia, sul mondo, siano d’esempio confermando i legami storici tra le nostre due regioni. E’ dal 1440 che gli albanesi emigrano in Puglia, per poi fermarsi nella regione o proseguire per l’Italia o il centro e nord Europa. Questa volta abbiamo ricordato che ci sono anche altri esempi, pugliesi che investono in Albania, come tantissimi altri.

Ed è bello che questo stia accadendo a 30 anni dalla storica invasione di Bari e Brindisi dell’estate del 1991 con 50.000 albanesi nei porti di Bari e Brindisi.

La storia, come l’economia, procede per vie misteriose.

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