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venerdì, 3 Maggio 2024
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Barletta – Covid, la storia di una famiglia che sta soffrendo per una “svista” medica

"Perché ne il medico curante e ne gli operatori del 118, ovvero quelli che hanno portato in ospedale i miei genitori, hanno consigliato a mio padre e a mia madre di passeggiare per qualche minuto con il saturimetro?"

Una storia che fa riflettere, quella di una famiglia di Barletta, che sta vivendo sulla propria pelle il vero dramma del Covid.

Si tratta di una famiglia, di cui per questioni di privacy, non sveleremo le generalità, ma che vuole lanciare un messaggio molto chiaro: è importante utilizzare il saturimetro, affinché si rilevi la presenza di ossigeno nel sangue così da poter constatare l’inizio di un’ eventuale polmonite potenzialmente associabile al Covid (quando non si ha ancora la certezza della positività al virus) ma è ancora più importante e dunque può DECISAMENTE SALVARE LA VITA, che lo si faccia in movimento, camminando ad esempio per qualche minuto, cosi da verificare se il soggetto è sotto sforzo o avverte affanno e quindi se necessita di immediate cure ospedaliere.

Ma andiamo per ordine e riportiamo pedissequamente il racconto di Nunzia (nome di fantasia).

Un venerdì del corrente mese di aprile, mio padre (60enne con patologie)  ha avuto la febbre alta, circa 38,5°C, pertanto, contatta il suo medico curante che gli prescrive un antipiretico e un antinfiammatorio, sabato, il giorno dopo, mio fratello contatta il 118 perché mio padre continuava a non star bene, anche se la febbre era altalenante, quando a casa nostra arriva l’ambulanza mio padre non aveva febbre e la presenza di ossigeno nel sangue rilevata dagli operatori del 118 con il saturimetro era buona, ma  voglio precisare che né il medico curante né tanto meno gli operatori succitati suggeriscono a mio padre di utilizzare il saturimentro camminando per qualche minuto, perché solo in questo modo si verifica correttamente la presenza di ossigeno nel sangue, pertanto non avendo fatto questa “famosa” breve passeggiata, da paziente in codice rosso mio padre passa al codice verde e dunque viene dimesso proseguendo la cura domiciliare ovvero con antipiretico in caso di febbre e antiinfiammatorio .

Trascorre il week end, ma il martedì successivo mio padre ha di nuovo febbre altalenante (sale e scende per intenderci) ma stavolta ha anche una brutta tosse e con lui comincia a tossire anche mia madre 61enne (con patologie) ma lei  non ha febbre, però i valori registrati con il nostro saturimetro  erano buoni per entrambi e sino a mercoledì (il giorno dopo) ancora nessuno, mi riferisco a loro medico di base,  avverte i miei genitori di camminare per qualche minuto con il saturimetro; chiamiamo l’ambulanza, anche contro il parere del suo medico stesso, perché a suo dire in ospedale ci sono troppi morti e troppi ricoveri e quindi consigliava a mio padre  di assumere anche farmaci al cortisone e di dotarsi di una bombola di ossigeno continuando in questo modo la cura domiciliare;

il medico si rifiuta inoltre di contattare l’USCA – Unità Speciale di Continuità Assistenziale  – perché riteneva che il medico USCA avrebbe trasferito mio padre in ospedale laddove, sempre secondo il medico di base, con molta probabilità sarebbe deceduto; ciò nonostante il giorno stesso (il mercoledì) mio fratello chiama l’ambulanza, gli operatori del 118 fortunatamente visitano i miei genitori e subito li portano in ospedale, mio padre versa in gravi condizioni e accede immediatamente alla terapia intensiva, è intubato e i medici gli danno solo tre ore di vita ma mio padre reagisce e continua a lottare, mia madre invece viene ricoverata nel reparto Covid del pronto soccorso (meno grave) ma riceve l’ossigeno e continua a tossire, a questo punto mio fratello (27enne con corporatura robusta) decide di sottoporsi al tampone risultando positivo ma asintomatico, sabato scorso mio fratello, su consiglio di un nostro parente, utilizza il saturimetro camminando e notiamo subito che i valori sono molti bassi pertanto fu lui stesso a contattare il 118 i cui operatori, una volta arrivati nella nostra abitazione, verificano nuovamente i valori dell’ ossigeno con il saturimetro, consigliandogli stavolta e per fortuna di camminare per tre minuti  con l’apparecchio in mano rendendosi immediatamente  conto che anche mio fratello necessita di cure ospedaliere, infatti lo portano via con l’ossigeno e dopo due giorni mio fratello viene intubato (come mio padre) cosi da permettergli una corretta respirazione.

Adesso mi chiedo: PERCHE’ NE IL MEDICO CURANTE E NE GLI OPERATORI DEL 118, OVVERO QUELLI CHE HANNO PORTATO IN OSPEDALE I MIEI GENITORI, HANNO CONSIGLIATO A MIO PADRE E A MIA MADRE DI PASSEGGIARE PER QUALCHE MINUTO CON IL SATURIMETRO?

Al momento le condizioni dei miei genitori e di mio fratello sono stabili e ovviamente auguro loro una pronta guarigione, ma se uno di loro venisse a mancare adirò con molta probabilità per vie legali. Sottolineo, inoltre, che i miei genitori avrebbero dovuto vaccinarsi la settimana scorsa con il PIFZER ma le dosi non erano purtroppo disponibili, forse se sarebbero stati prontamente vaccinati avrebbero evitato questo calvario? Magari, se mio padre avesse sin da subito utilizzato il saturimetro camminando avrebbero potuto effettuare tempestivamente una cura con gli anticorpi monoclonali?”

Tuttavia è bene sapere che:

Moltissimi medici di base prescrivono il cortisone ai primi sintomi. E questo, spiegano diversi esperti, è un grave errore.

L’allarme è stato lanciato dall’Ordine dei medici di Torino, che ha ricevuto dai reparti ospedalieri un numero elevatissimo di segnalazioni di ricoveri di pazienti Covid che fin dai primi giorni di malattia hanno assunto in modo inappropriato cortisonici, peggiorando così il proprio quadro clinico.

Tutte le linee guida utilizzate a livello territoriale per la cura dei malati Covid, compresa quella della Regione Piemonte, e tutta la letteratura scientifica in materia – spiega l’Ordine dei medici – concordano nel giudicare “inutile e pericoloso” l’uso del cortisone all’esordio della malattia e in assenza di disturbi respiratori che richiedano ossigenoterapia. (fonte “QuiFinanza.it”)

Intanto, dopo la sospensione dell’attività vaccinale di oggi e domani 29 aprile in tutti gli hub della ASL BAT per carenza di vaccini, arriveranno in data odierna (cosi come fa sapere la stessa ASL) come da calendario regionale condiviso, 11700 dosi di Pfizer che consentiranno un riavvio delle attività. Tutti i cittadini prenotati per le giornate di mercoledì e giovedì saranno riprogrammati: i cittadini prenotati per il giorno 28 aprile vengono riprogrammati con gli stessi orari e le stesse sedi per domenica 16 maggio mentre i cittadini prenotati per il giorno 29 aprile vengono riprogrammati con gli stessi orari e le stesse sedi per lunedì 17 maggio.

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