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lunedì, 29 Aprile 2024
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Barletta – “Salviamo l’ex Palazzo delle Poste. Il Comune lo acquisti”: il grido unanime di cittadini e associazioni

Abbiamo raccolto gli interventi del presidente dell'ANPI BAT, Roberto Tarantino, del coordinatore della Camera del Lavoro, Franco Dambra, e del consigliere regionale e comunale, Ruggiero Mennea

Dopo il monito lanciato dalla senatrice barlettana (PD) Assuntela Messina affinché il Comune eserciti il diritto di prelazione sull’acquisto del palazzo sito in Piazza Caduti, continua, dunque, a tenere banco la questione legata alla vendita dell’ ex Palazzo delle Poste di Barletta.
Abbiamo raccolto gli interventi del presidente dell’ANPI BAT, Roberto Tarantino, del coordinatore della Camera del Lavoro di Barletta, Franco Dambra, e del consigliere regionale e comunale barlettano, Ruggiero Mennea.

12 settembre 1943: i soldati tedeschi, superata l’ultima, disperata resistenza italiana, entrano in città. Gli aiuti richiesti dal comandante del Presidio di Barletta, il colonnello Francesco Grasso, non sono arrivati e non arriveranno mai. Per i tedeschi, invece, a dar manforte al reparto respinto il giorno prima dagli italiani, giunge il maggiore Walter Gericke con 1.000 uomini scelti della Prima Divisione paracadutisti sostenuti dalla Luftwaffe.

La ferocia tedesca inizia a mietere vittime innocenti tra i civili: bambini, donne, anziani vengono feriti o uccisi senza un perché.
Contro il muro del Palazzo delle Poste, vengono allineati undici vigili urbani e due netturbini: i loro sguardi sono attoniti, increduli, terrorizzati. Per loro non c’è alcuna pietà e vengono barbaramente ammazzati. Si salva solo Francesco Paolo Falconetti grazie al coraggio di Lucia Corposanto e Addolorata Sardella.

Inizia, così, a Barletta la lunga scia di terrore e di sangue che, fino alla Liberazione, attraverserà e dilanierà l’Italia: Monte Sole, Sant’Anna di Stazzema, le Fosse Ardeatine …
Il Palazzo delle Poste è ancora lì con i fori dei proiettili che parlano dell’orrore delle guerre, del mostro che, ignorando ogni legge umana, aprì ferite ancora non rimarginate in tanti Italiani e nella memoria collettiva della Nazione”.

A spiegarlo è Roberto Tarantino, presidente dell’ANPI BAT.
“Nei primi anni Duemila, Barletta ebbe l’opportunità di acquisire il palazzo e sottrarlo alle mani di privati e a un uso non pubblico, ma se la lasciò sfuggire!
Solo l’intervento di privati cittadini promosse un’iniziativa che portò all’apposizione di un vincolo da parte della Soprintendenza. Si aprì, quindi, un lungo contenzioso che ci ha portati alla possibilità – oggi – di tentare, da parte dell’Amministrazione Comunale, l’acquisizione al patrimonio pubblico dello storico palazzo.

Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, con una nota pervenuta il 18 settembre scorso, ha comunicato al Comune di Barletta il rilascio dell’autorizzazione alla vendita del Palazzo delle Poste e ha invitato gli enti destinatari a valutare le determinazioni preventive circa l’interesse ad esercitare il diritto di prelazione”.
Cosa farà il Sindaco, cosa farà il Consiglio comunale? Commettere errori è umano, ma perseverare nell’errore è diabolico”.

“L’ANPI auspica – conclude il presidente Tarantino – e chiede che si evitino errori del passato e che lo scadere dei termini ci faccia trovare (ancora una volta!) di fronte al “fatto compiuto”, che immediatamente e in maniera trasparente, si affronti la questione e che sia fatto il possibile per acquistare l’immobile da destinare a un uso pubblico”.

“Non c’è tempo da perdere nell’esercizio del diritto di prelazione per l’acquisto del Palazzo delle Poste da parte del Comune di Barletta”. Questo il punto di vista del coordinatore della Camera del Lavoro di Barletta, Franco Dambra raccogliendo e condividendo l’appello dell’Anpi Bat.

“Non si può consentire in alcun modo che venga inferta una gravissima ferita, difficilmente rimarginabile, all’identità storica della città, autentico caposaldo della Resistenza e della lotta di Liberazione dal Nazifascismo nell’Italia meridionale, con le sue pagine di generoso eroismo dei lavoratori e dei cittadini di questa grande e coraggiosa comunità.
Il sindaco, la sua amministrazione e l’intero consiglio comunale con immediatezza e forte convinzione, si facciano leali interpreti dei sentimenti profondamente democratici del nostro tessuto popolare.

La memoria storica di questa città non deve essere tradita ed in alcun modo calpestata. Né si deve dimenticare che il vincolo apposto sul palazzo delle poste di questa città dal ministero dei beni culturali fu il frutto di una mobilitazione del 2002 che vide protagonisti migliaia di cittadini, unitamente ad associazioni, forze politiche e sindacali. Noi della Cdl segnaliamo, peraltro, al sindaco Cosimo Cannito l’assoluta necessità di agire in piena coerenza con quanto da lui stesso dichiarato al convegno promosso dall’Anpi.

Il 23 aprile del 2019 laddove, nel pieno rispetto della verità storica, affermava che Barletta è la città della resistenza e delle due medaglie d’oro, al merito civile e al valore militare perché ha avuto un ruolo importante nel processo di costruzione della libertà e della democrazia del Paese e deve essere orgogliosa della sua memoria”, conclude Dambra.

Anche il consigliere regionale e comunale di Barletta, Ruggiero Mennea ha deciso di sostenere la causa per la salvaguardia dell’ex Palazzo delle Poste.

“Quando guardo l’ex Palazzo delle Poste in piazza Caduti a Barletta, vedo la sua grandezza e il suo potenziale. Quando guardo il suo fianco, vedo i segni di quel terribile giorno: il 12 settembre del 1943 quando la ferocia nazista uccise 12 persone innocenti. Non è un palazzo qualsiasi, lì è scolpita la storia della nostra città che non può essere considerata alla stregua di un mattone commerciale. Per questo, il comune di Barletta non può non esercitare il suo diritto di prelazione per quell’immobile e per la propria memoria storica. Non possiamo permettere che venga cancellata con un colpo di spugna”.

“Sono d’accordo con l’associazione ANPI BAT: non possiamo permetterci che scadano i termini per esercitare il diritto sull’acquisto di un palazzo così significativo per la nostra comunità. Un luogo che potrebbe accogliere al suo interno una sede distaccata della biblioteca comunale e tutte le associazioni che si occupano di trasmettere e tutelare la memoria storica, coloro che coltivano la memoria cittadina: parte del nostro DNA.

Si dirà che non ci sono soldi, ma allora credo che sia nella facoltà dell’amministrazione comunale reperirle se davvero tiene a mantenere intatta e viva la storia dei propri concittadini che hanno pagato anche con la vita la libertà che respiriamo oggi.
Barletta – conclude il consigliere Mennea – deve riappropriarsi di quel monumento altamente simbolico per il suo immenso valore storico che non può essere messo sul mercato come qualsiasi immobile”.

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