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lunedì, 29 Aprile 2024
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Crescita socio-economica della Bat: persi oltre 16mila abitanti in 10 anni

L'attenta analisi socio-economica della provincia Bat di Emmanuele Daluiso, Vice Presidente EuroIDEES-Bruxelles Membro AISRE (Associazione Italiana di Scienze Regionali)

Questo intervento vuole essere un augurio per tutti i cittadini della BAT e per tutti quelli che, negli ultimi anni, hanno scelto di emigrare, alla ricerca di nuove opportunità di lavoro e di vita. L’augurio per tutte queste persone è quello di un nuovo anno all’insegna, soprattutto, di un lavoro dignitoso, di nuove opportunità di lavoro per le donne e per i giovani.

L’augurio è anche per tutti gli imprenditori, che, nonostante le tante difficoltà, decideranno di portare avanti programmi di investimento per dare nuovo slancio all’economia del territorio.

Infine, l’augurio è anche alle istituzioni locali per un lavoro indispensabile nel creare le condizioni più proficue per la crescita economica e sociale dell’intera provincia.

Istituzioni più collaborative

Voglio partire proprio dal ruolo delle istituzioni locali, mi riferisco ai Comuni e alla Provincia.

Dopo una esperienza significativa di collaborazione istituzionale ad ampio spettro, registratasi tra la fine degli anni ’90 del secolo scorso e i primi anni 2000, che per altro portò alla istituzione della Provincia di Barletta-Andria-Trani, si è assistito progressivamente ad una chiusura delle istituzioni locali, nell’ambito dei propri confini.

È rimasta si una collaborazione necessaria, determinata dalle richieste di particolari programmi di investimento e di intervento in alcuni settori, ma si è trattata di una collaborazione parziale e opportunistica. È venuto meno quello spirito di ampia collaborazione di cui parlavo, per altro estesa alle principali forze rappresentative del mondo del lavoro e delle imprese.

Queste ultime a partire dal 2019 hanno dato vita alla costituzione del Partenariato Economico e Sociale della BAT, proprio per rilanciare questo spirito collaborativo, facendo anche leva sulla Prefettura, ma i risultati sono stati scarsi, per non dire nulli.

Il vento nuovo che dovrebbe portare il 2024 riguarda proprio il rilancio di questa collaborazione fra le istituzioni locali, una collaborazione ad ampio raggio, in grado di partorire un piano di sviluppo territoriale, che sia in grado di affrontare le principali criticità economiche, sociali e ambientali della BAT.

Dovrebbe crescere la consapevolezza che tale collaborazione rappresenti un valore aggiunto rispetto a quanto le singole istituzioni siano in grado di fare da sole o collaborando solo per accedere a qualche piccolo contributo, per quanto significativo, previsto dai programmi di sviluppo nazionali ed europei.

PNRR, Fondi europei, ZES e FSC

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, derivante dalle decisioni europee per rilanciare l’economia dopo la grande crisi determinata dalla pandemia, purtroppo non incentiva la collaborazione istituzionale a livello locale, avendo optato per il finanziamento di singole opere e non per strategie di sviluppo più complesse, considerati i tempi di attuazione molto ristretti, cioè entro il 2026. Tant’è che il Piano è stato di recente sottoposto a rimodulazione, proprio per evitare di portare avanti progetti complessi, non in condizione di garantire la loro completa realizzazione entro tale data.

Tuttavia, il 2024 sarà anche l’anno che farà entrare nel vivo l’attuazione dei Programmi ancorati ai Fondi europei programmati per il periodo 2021-2027. Anche qui i tempi non sono molto ampi, ma appena un po’ più lunghi, considerato che la fine degli interventi ammessi a finanziamento dovranno concludersi entro il 2030.

I Fondi europei 2021-2027 però presentano qualche margine per finanziare strategie di sviluppo territoriale, pertanto è auspicabile che le istituzioni del territorio inizino a confrontarsi sulle opportunità derivanti da tali fondi.

Poi c’è la Zona Economica e Speciale, che dal 1° gennaio 2024 interessa tutto il Mezzogiorno, che si rivolge al mondo delle imprese per agevolare nuovi investimenti e nuova occupazione, ma interessa anche le istituzioni locali che dovranno creare le condizioni di base, amministrative e urbanistiche, infrastrutturali, affinché tali investimenti trovino reale possibilità di realizzazione.

Ritengo che la ZES unica per il Mezzogiorno avrà un reale impatto solo in quei territori che sapranno creare tali condizioni. È questa la lezione che ci viene dalla breve esperienza della ZES del Basso Adriatico, che ha visto interessata quasi esclusivamente la zona industriale di Bari.

Auspico che le istituzioni locali predispongano una specifica strategia per attrarre nuovi investimenti, riorganizzando le attuali zone industriali, anche attraverso un nuovo modello di governance, partendo dalle indicazioni contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. In assenza di tale approccio la ZES avrà scarso o nullo impatto sulla BAT.

Infine, il Fondo di Sviluppo e Coesione, cioè il fondo nazionale che viene programmato in linea con i fondi europei per aumentare la dotazione finanziaria della strategia di sviluppo dell’Unione europea.

Le decisioni recenti del Governo italiano hanno creato un contesto normativo di coordinamento di tutti i fondi qui richiamati per determinare la massima efficacia della spesa pubblica coinvolta.

Mi auguro che le istituzioni locali comprendano sino in fondo la sfida programmatica a cui occorre fare riferimento, che può essere affrontata solo attraverso una ampia collaborazione, mettendo in campo una strategia di sviluppo territoriale di ampio respiro, in grado di superare il municipalismo.

Rilanciare la crescita economica

Auguro alle istituzioni locali di essere all’altezza delle sfide future, in gran parte legate ai fondi nazionali ed europei su citati. Dalla loro capacità di avviare nel 2024 una collaborazione efficace dipenderà il rilancio della crescita economica della BAT, provincia che attualmente presenta il più basso Prodotto Interno Lordo per abitante fra le province pugliesi e fra i più bassi delle province di tutto il Mezzogiorno.

Per rilanciare la crescita economica occorre sicuramente il protagonismo delle imprese e dei lavoratori, ma è fondamentale il ruolo delle istituzioni nel saper creare le condizioni di base che permettano nuovi e più ampi investimenti privati.

L’esperienza degli ultimi venticinque anni evidenzia che il momento di massima crescita dell’economia della BAT è stata, agli inizi degli anni del 2000, a ridosso della strategia messa in campo dalle istituzioni locali e dal partenariato economico e sociale, con l’avvio nel 1997 del Patto Territoriale per l’Occupazione Nord Barese Ofantino, finanziato direttamente dall’Unione europea, che ha permesso la realizzazione di investimenti pubblici e privati che hanno poi avuto effetto sulla crescita economica e sull’occupazione. Lo spirito di quel patto si è poi andato perdendo con gravi risultati economici e sociali, pertanto auguro alle istituzioni locali di ritrovarlo nel 2024.

Crescita italiana sotto le attese nel 2024

Un maggiore protagonismo delle istituzioni e delle forze economiche e sociali locali è necessario anche per affrontare una fase non positiva a livello nazionale, che si prospetta per il 2024 e, forse, anche per il 2025.

Le previsioni del Governo per il 2024, secondo cui il PIL dovrebbe crescere del 1,2%, sembrano eccessive. Le più recenti previsioni di alcuni centri studi, quali quelli di Confindustria e di Prometeia, evidenziano che la crescita economica italiana nel 2024 non dovrebbe andare oltre lo 0,5%, secondo Confindustria, lo 0,4% secondo Prometeia. D’altra parte la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea prospettano una crescita dello 0,6% e l’ISTAT dello 0,7%. Sullo 0,7% si attestano anche le previsioni dell’OCSE e del Fondo Monetario Internazionale.

Da queste previsioni emerge chiaramente che la crescita italiana si dovrebbe attestare per il 2024 al di sotto delle previsioni governative. In tal caso, nel corso dell’anno, probabilmente dopo le elezioni europee, dovrà necessariamente essere fatta una manovra correttiva della finanza pubblica, con nuovi tagli e/o nuove tasse per riportare i conti in equilibrio, anche rispetto alle regole del nuovo Patto di Stabilità e Crescita, approvato prima di Natale dai Ministri dell’economia e finanze dell’Ue.

Non abbiamo dati al momento per fare una qualche previsione attendibile per l’economia BAT nel 2024, ma il dato registrato nei primi nove mesi del 2023 di crescita zero per l’export è un campanello di allarme per la crescita economica del nuovo anno.

Contrastare la perdita demografica

Un altro motivo importante per cui auguro alle istituzioni locali della BAT, d’intesa con il partenariato economico e sociale, di avviare una nuova strategia per la crescita economica riguarda la perdita demografica in atto.

Tale trend è certamente riscontrabile in tutta Italia e nell’intero Occidente industrializzato, ma nella BAT registra una forte intensità, a causa sia dell’abbassamento del tasso di natalità sia del tasso di emigrazione.

Negli ultimi dieci anni, tra il 2013 e ottobre 2023, la popolazione della BAT è passata da 393.804 a 377.525 abitanti, registrando una diminuzione di oltre 16mila abitanti, pari ad oltre il 4%.

Analizzando il tasso medio annuo di variazione della popolazione, emerge che l’intensità di predita della popolazione è aumentata nell’ultimo quinquennio, rispetto al quinquennio precedente.

Questo è un trend, che, secondo le previsioni demografiche dell’Istat, è destinato a durare nei prossimi decenni, per cui, quello che viene chiamato “inverno demografico”, se non contrastato adeguatamente, rischia di produrre gravi effetti sulla crescita economica e sociale.

Per quanto riguarda, in particolare, il fenomeno dell’emigrazione, nella BAT, fra il 2012, primo anno di decrescita della popolazione, e il 2022, gli abitanti che hanno scelto di emigrare sono stati 40.005, di cui 31.188 verso altre province italiane e 8.817 verso l’estero.

È assolutamente necessario che le iniziative coordinate che i comuni della BAT possano mettere in atto a livello provinciale, d’intesa con il partenariato economico e sociale, siano in grado di frenare la perdita demografica.

Consolidare la crescita occupazionale

Concludo con l’augurio che possa consolidarsi la ripresa occupazionale registrata negli ultimi anni.

Per il 2023 non disponiamo ancora dei dati finali sul numero di occupati a livello italiano, né tanto meno a livello territoriale.

I dati provvisori sino a ottobre 2023 a livello nazionale ci dicono che l’occupazione è in fase di incremento, un incremento che dovrebbe interessare anche il territorio della BAT, almeno così si spera.

L’augurio va soprattutto al mondo femminile e a quello giovanile, che sono le componenti più penalizzate del mercato del lavoro. Nella BAT, infatti, i tassi di occupazione femminili e giovanili sono relativamente bassi: il tasso di occupazione femminile per la classe di età 15-64 anni, nel 2022 è stato di appena il 28,1%, contro la media nazionale del 51,1% e il 60,8% delle regioni del Nord; il tasso di occupazione giovanile per la classe di età 15-34 anni, sempre nel 2022, è stato solo del 38,2%, contro il 43,7% della media nazionale e il 52,3% delle regioni del Nord.

A cura di Emmanuele Daluiso, Vice Presidente EuroIDEES-Bruxelles Membro AISRE (Associazione Italiana di Scienze Regionali).

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