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lunedì, 29 Aprile 2024
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Aggiornamento – Barletta, Operazione Disfida: spaccio stupefacenti fruttava 3mila euro al giorno

La sostanza stupefacente sequestrata complessivamente durante le attività investigative, circa 12 kg di marijuana, avrebbe fruttato sul mercato criminale circa 50.000 euro. IL VIDEO girato dall'elicottero dei Carabinieri

Dalle prime ore di questa mattina, circa 80 Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Barletta-Andria-Trani-con il supporto dei reparti specializzati dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori Pugliae del Nucleo Cinofili di Modugno-hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare in carcere, e agli arresti domiciliari, nonché quella dell’obbligo di presentazione alla P.G., emessadal G.I.P. del Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 14 soggetti (8 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 con obbligo di presentazione alla P.G.) ritenuti gravemente indiziati-a vario titolo-di cessione, offerta in vendita, distribuzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti.

L’odierna operazione, giunge all’esito di un’articolata attività investigativa condotta dai militari della Stazione Capoluogo della Compagnia Carabinieri di Barletta per il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. La stessa -svolta sotto la direzione della Procura di Trani- ha consentito di acclarare, organicamente e dettagliatamente, l’esistenza di una fiorente e dinamica attività di spaccio, particolarmente attiva nelle vie del centro storico e in quelle adiacenti il Castello di Barletta, condotta da soggetti legati fra loro da stretti rapporti di fiducia, costruiti sull’assidua frequentazione reciproca e sulle pregresse co-detenzioni carcerarie.

L’attività trae origine dal rinvenimento – nell’aprile del 2020, presso un box auto in via Dimiccoli a Barletta – di sostanza stupefacente ed alcune armi.

Sulla scorta di tali evidenze investigative, i militari della Stazione di Barletta hanno intrapreso -a partire dal novembre 2020- dapprima un’attività di osservazione, pedinamento e controllo che consentiva di individuare i soggetti coinvolti nell’attività illecita e le modalità operative utilizzate. Successivamente i militari dell’Arma si sono concentrati sui riscontri all’attività illecita di spaccio, attraverso l’utilizzo di supporti audio/video, posti nelle zone nevralgiche del centro cittadino.

In sintesi, lo spaccio si concretizzava nei vicoli del centro storico e in particolare in via E. Fieramosca, vico Albamonte, piazza Castello nonché nei giardini del Castello di Barletta. I clienti, divisi tra saltuari e abituali, di età compresa tra i 14 e i 65 anni, si recavano a comperare lo stupefacente quotidianamente e in qualsiasi ora del giorno e della notte, anche se il maggiore afflusso si riscontrava tra le ore 12:00 e le ore 24:00, in particolar modo durante il fine settimana.

Le attività investigative si sono protratte fino al novembre 2022, consentendo altresì una mole considerevole di riscontri, a riprova del fatto che il gruppo criminale abbia continuato ad esplicare la propria attività delittuosa nelle vie del centro storico di Barletta senza soluzione di continuità.

Gli indagati, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip -fatta salva la valutazione nelle successive fasi processuali condotta anche alla luce del contributo della difesa- sono ritenuti responsabili -a vario titolo- in ordine ad oltre 300 cessioni di sostanza stupefacente avvenute -come detto- tra il mese di novembre 2020 e fino al novembre 2022, adottando una serie di comportamenti strutturati e standardizzati, tra cui:

  • un consolidato posizionamento di soggetti nelle aree sensibili, cosiddette vedette, finalizzato al controllo visivo di precisi settori, al fine di avvertire i componenti del sodalizio sull’eventuale presenza/arrivo delle Forze di Polizia, attraverso dei segnali convenzionali;
  • basi logistiche e nascondigli, tra cui il muraglione del Castello di Barletta, la segnaletica stradale, le grondaie e le cassette postali delle abitazioni del centro storico e gli incavi delle tubazioni dell’acquedotto pugliese, al fine di nascondere la sostanza stupefacente.

Da una prudente stima, il volume di affari dello smercio delle sostanze stupefacenti, si aggirava su proventi quotidiani di circa 3000,00 euro, mentre la sostanza stupefacente sequestrata complessivamente durante le attività investigative, circa 12 kg di marijuana, avrebbe fruttato sul mercato criminale circa 50.000 euro

Nel corso delle attività investigative sono stati complessivamente tratti in arresto in flagranza di reato 9 soggetti ritenuti responsabili -a vario titolo- di concorso nella detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sono stati altresì deferiti in stato di libertà per il medesimo reato 8 soggetti, nonché segnalati all’Autorità competente ex art.75 oltre 25 soggetti, divisi tra acquirenti saltuari e abituali.

Espletate le formalità di rito, 8 soggetti sono stati associati alla Casa Circondariale di competenza, mentre 2 soggetti sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari. Infine, 4 soggetti sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla P.G..

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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